Salve a tutti, il mio nome è Goffredo da Rotterdam (nome provvisorio...potrei cambiarlo).
Vivo come tutti voi nel villaggio XXXXXX (non conosco il nome). Provengo da una famiglia borghese: mio padre è lo scienziato/inventore del villaggio, mentre mia madre ha un negozio di sartoria. Ho avuto un'infanzia agiata e felice, anche se la cosa che più mi è mancata sono gli amici...infatti la maggior parte di loro giocava sempre ai combattimenti con le spade di legno, ma io perdevo sempre, per cui venivo sempre allontanato. Non mi rimaneva altro da fare che giocare con le complicate invenzioni di mio padre.
All'età di 10 anni mi sono iscritto alla scuola d'arme del nostro paese: la mia idea è sempre stata che siccome la nostra società è basata sulla guerra, l'unico modo per fare fortuna era di entrare nell'esercito e diventare un grande condottiero, salvare una principessa e diventare un eroe! Sono sempre stato affascinato dal combattimento, dai guerrieri in armatura pesante, dagli eroi che salvano le principesse, ma fin da piccolo non vi sono mai riuscito: non che fossi gracilino, ma non ho mai adorato l'esercizio fisico, il sudore...troppo faticoso e odio dover toccare un'altro uomo sudato..penso che la chiesa dovrebbe proibire queste cose! Inoltre mio padre non mi incentivava mai, ma cercava di farmi apprezzare il suo noiosissimo lavoro e le sue inutili invenzioni. Ma così non avrei mai salvato una principessa e non sarei mai diventato un eroe, le donne non mi avrebbero mai apprezzato....provavo e riprovavo ma era più forte di me...il combattimento non mi riusciva....e allora che strada intraprendere per avere successo in una società in cui la guerra è tutto?
Capii tutto durante una calda serata estiva, durante un banchetto organizzato da dei ricchi nobili, a cui mio padre veniva sempre invitato: notai che nessuno degli invitati aveva mai combattuto... erano tutti mercanti, nobili, proprietari terrieri, dottori e professionisti circondati da lussi e belle donne. Notai che invece le guardie e i guerrieri che apprezzavo tanto, erano tutti al servizio degli invitati, sporchi e sudati. Da un lato i ricchi cervelloni che bevevano e mangiavano cibi pregiati, ridevano e scherzavano con le loro donne, dall'altro le loro misere guardie costrette ad obbedire agli ordini. Fu un'immagine in particolare che mi cambiò la vita: uno di questi nobili vestito come un re, con il braccio cinto sui fianchi di quella che credetti una ninfa, che versava addosso ad una delle guardie il suo pregiato vino solo perché questa non si era spostata al suo arrivo...e la guardia chinò la testa e chiese perdono. Quindi è vero che la nostra società è dominata dalla forza bruta, ma è il cervello che domina sulla forza bruta: anche il più potente dei generali deve rispondere al suo re.
Fu così che cominciai a studiare, ad apprezzare sempre più il lavoro di mio padre e a cercare di imitarlo. Quando fu il tempo mio padre mi permise di iscrivermi all'università degli studi di Brosky, dove frequentai la facoltà di "Alchimia chimica comparata al non movimento del sole". Nel campus dell'università mi feci molti amici e anche molte pollastre! La mia vita cambio in meglio...anzi: in molto meglio. Appresi cose che mai avrei pensato: studiai chimica, fisica, astrologia, arte, metallurgia, medicina, misticismo e religione. Impari ad usare elementi chimici in modi che mai avrei pensato che fosse possibile. Imparai a creare nuovi metalli, nuovi elementi. Imparai rudimenti di medicina e a curare le persone con unguenti e pozioni. Imparai a prevedere il futuro guardando gli astri
. E molto altro ancora.
Ma la mia vera passione, quella che più mi affascinava era il fuoco. Col fuoco si poteva fare praticamente ogni cosa: si poteva fondere, si poteva creare, si poteva uccidere e distruggere. Il fuoco, il più importante degli elementi, il più forte e il più indispensabile.Tutti sanno accendere un fuoco, dal più misero contadino al più grande dei re, ma solo in pochi sanno controllarlo e capire i suoi più intimi segreti. Fui affascinato dall'uso di polveri esplosive, del magno zolfo, dei fuochi d'artificio, di pozioni incendiarie ecc... La parola stessa alchimia deriva da fondere....e l'unico elemento in grado di farlo è il FUOCO!!! Il fuoco è anche l'ultimo dei 3 stadi fondamentali di trasformazione.
E' vero che mio padre pagò tutti gli studi, ma non volevo gravare troppo sulla mia famiglia per i miei vizi: fu così che ottenni un lavoro in una compagnia teatrale! Ma non recitavo...lavoravo dietro le quinte. Il mio compito era inizialmente di pulire (maledetta gavetta). Successivamente dovevo rammendare i vestiti degli attori (cose che avevo appreso da mia madre). Solo alla fine passai al trucco degli attori e anche alla creazione di abiti per loro. Molti avrebbero definito il mio lavoro un tantinino omosessuale, ma a me piaceva: truccare le persone, vestirle era come cambiare la loro personalità, era come se li trasformassi in qualcos'altro...notavo una bella analogia tra l'alchimia e il mio lavoro teatrale. E seguendo ogni spettacolo imparai anche qualche trucco della recitazione....utile anche per addescare le donne o per convincere il barista ad offrirti da bere! Per un breve periodo recitai in qualche spettacolo, ma purtroppo/per fortuna giunse il momento di laurearmi e abbandonai questo lavoro
La mia tesi fu: “L'intrappolamento del vigoroso fuoco scottante all'interno di boccette vetrificate per l'uso bellico e civile, in antitesi all'inutilità della debole H2O”. Relatore: “Magnus Pasta”. Controrelatore: “Paolo Villaggio”. Fu un successo e mi laureai col pieno dei voti !1100!!! L'unica pecca di quel giorno fu il solito dissidente, uno proveniente dal lontano est che si mise a gridare che gli avevo rubato l'idea....se non ricordo male era un certo Mocolov, Molotot. Ma fu un incidente da poco e i possenti bidelli universitari lo allontanarono subito.
Non ho ancora capito perché mi laureai dato che durante i miei anni di studio non ero riuscito ad arrivare a nessuno dei 3 grandi obbiettivi degli alchimisti: non acquistai l'onniscienza, non riuscii a creare la panacea universale e non riuscii a trasmutare i metalli in oro e argento. Ero comunque uno dei migliori del mio corso e comunque quello che arrivò più vicino a tutti e 3 gli obbiettivi. Però ricorderò sempre con felicità i campi estivi alla ricerca della pietra filosofale.
Finita l'università sono tornato nel mio villaggio: ora sono un uomo diverso...non sono più il bambino che non sapeva usare la spada, ma sono un uomo che tutti rispettano, invidiano e amano. Ho anche cominciato una collaborazione con mio padre per creare oggetti di rara bellezza e inespugnabile utilità: io sono l'alchimista del villaggio ed uso la mia scienza per il bene della comunità, mentre mio padre usa il suo ingegno per raggiungere lo stesso scopo. I bei soldoni si cominciano a vedere....e non solo quelli: le donne fanno a gara per uscire con me, l'unico giovane aitante intellettuale del nostro paese! La mia vita non potrebbe andare meglio!!!!!
ADORO: il fuoco, le donne, l'oro.
ODIO: i russi (tranne le russe) e l'acqua (se potessi non berrei mai...ma devo).